giovedì 12 maggio 2016

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IMPORTANTE, IN PRE-LANCIO LA NUOVA PIATTAFORMA SOCIAL CHE CI PAGHERA' PER IMPARARE E CRESCERE..

Cosa possiamo fare per salvare la Terra? 32 gesti quasi quotidiani

Di fronte ai pronostici di imminenti catastrofi ecologiche spesso ci sentiamo impotenti. Invece ciascuno di noi può fare molto per invertire la rotta e frenare il degrado del nostro pianeta. Vediamo un elenco di gesti semplici, ma determinanti per risparmiare energia e ridurre l’inquinamento.

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di Laura Bonaventura

Immagine tratta da www.windoweb.it
Il pianeta Terra è in pericolo. Non è un film, purtroppo è la realtà. Scienziati di tutto il mondo si riuniscono periodicamente ed emettono il drammatico bollettino di quali disastri l’uomo sia riuscito a compiere su un sistema perfetto quale era quello naturale. I capi di stato stanno cominciando a capire che, se continueranno ad anteporre le ragioni economiche a quelle della salute, dell’uomo come della Terra intera, ci porteranno dritti verso l’autodistruzione, non in un remoto futuro, ma in tempi estremamente ridotti.
Di fronte a queste temibili e martellanti notizie è normale sentirsi sgomenti e soprattutto impotenti, come se noi non potessimo far nulla per mettere un freno all’inquinamento, allo spreco delle risorse e al danneggiamento degli ecosistemi. Invece non è così. Possiamo fare molto, anzi moltissimo, e se tutti ci impegneremo seriamente, potremo davvero risollevare le sorti del Pianeta e lasciare ai nostri figli un mondo più bello e vivibile.
Recentemente è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera unfondamentale elenco di piccoli accorgimenti che possiamo mettere in atto in prima persona o per i quali possiamo fare pressioni sulle amministrazioni locali. Ecco una selezione sintetica e rivisitata di quella lista, con l’aggiunta qualche considerazione personale.
1) Bioetanolo e biodiesel, carburanti del futuro
Sono già in vendita, anche se non in Italia, automobili che utilizzano, invece del petrolio, il bioetanolo, ossia un carburante ricavato da mais, soia, rifiuti urbani e altro. Attraverso il bioetanolo è possibile ridurre fino all’80% le emissioni di anidride carbonica. Gli scienziati stanno ancora valutando eventuali danni all’ambiente che le emissioni di questo carburante potrebbero apportare. E’ comunque una grande speranza per il futuro.
Le auto diesel potrebbero invece utilizzare il biodiesel, un carburante ricavato dall’olio vegetale privato della glicerina, che consente di ridurre del 50% l’emissione di polveri sottili.
2) Risparmiare energia per riscaldare e raffreddare la casa
L’utilizzo in estate di tende pesanti davanti alle finestre può evitare il surriscaldamento degli ambienti e il conseguente utilizzo di aria condizionata, così come l’isolamento di porte e finestre ridurrà di molto la dispersione del calore in inverno. Inoltre i frigoriferi dalla classe A+ in su - per l’acquisto dei quali sono previsti sgravi fiscali - consentono un notevole risparmio di elettricità.
3) Utilizzare lampadine a basso consumo
Le lampadine a fluorescenza a basso consumo costano di più, ma consumano meno e durano di più, tanto da ammortizzare la spesa dell’acquisto e ridurre notevolmente le bollette. Basti pensare che una lampadina a basso consumo di 40 watt equivale ad una normale da 100 watt. Alcune danno una luce poco naturale o un po’ triste, ma scegliendo con accortezza se ne trovano tipi che producono luce davvero bella e piacevole.
4) Cambiare le lampadine nell’illuminazione pubblica
Anche il singolo cittadino può fare pressioni significative perché anche l’amministrazione pubblica locale adotti sistemi di illuminazione a basso consumo e in generale si preoccupi del risparmio energetico.
5) Carbon tax
Penalizzare con una maggiore tassazione chi inquina attraverso emissioni di anidride carbonica sarebbe una regola sacrosanta, che purtroppo i governi stentano ad applicare. Si può sempre fare pressioni perché questi sistemi vengano adottati.
6) Scegliere case verdi
Una casa di medie dimensioni, efficiente e con i sistemi risparmia-energia, è una buona alternativa alle grandi case inutili o alle piccole, ma con cattiva efficienza energetica.
In casa è bene ricordare che l’utilizzo della lavastoviglie consente quasi sempre un risparmio energetico rispetto al lavaggio dei piatti a mano, dato che quest’ultimo comporta l’utilizzo del doppio di elettricità e del 70% in più di acqua.
7) Accorgimenti nel lavare i panni
Dal momento che le lavatrici consumano energia principalmente per riscaldare l’acqua, è bene utilizzare lavaggi ad acqua calda, ma non bollente. Inoltre scegliere lavatrici di classe A permette comunque un notevole risparmio energetico.
8) Riciclare gli abiti sintetici
Gli abiti in tessuti sintetici possono essere riciclati, riducendo così del 76% l’energia impiegata per produrne di nuovi e la conseguente emissione di gas serra.
9) Utilizzare l’energia geotermica
Per creare edifici “ecologici” si può sfruttare l’acqua sotterranea a temperatura costante, che consente di riscaldare d’inverno e raffreddare d’estate le abitazioni. Il tetto e le terrazze degli edifici dovrebbero essere coperti da erba e piante.
Gli edifici in Europa consumano oltre il 40% dell’energia totale, soprattutto per il riscaldamento. In questo senso anche le caldaie a condensazione fanno risparmiare il 10-15% sulla bolletta, anche se costano di più al momento dell’acquisto e comportano la sostituzione dei termosifoni con pannelli radianti o ventilconvettori.
10) Rispolverare abiti d’epoca
Dopo qualche anno le mode ritornano e sarà possibile tornare ad indossare vecchi abiti. In generale comunque il seguire le mode, rinnovando il guardaroba ogni anno, comporta sprechi e inquinamento. Meglio comprare pochi capi di qualità e farli durare nel tempo.
11) Scegliere un lavoro vicino a casa
In realtà è il sogno di tutti, ma oggi è possibile tentare la carta del telelavoro. Lavorando da casa si risparmia energia e non si inquina.
12) Scegliere il trasporto pubblico
Muoversi con i mezzi pubblici comporta qualche sacrificio, che può essere ovviato con buone letture o i-pod per le attese, ma porta enormi vantaggi per la riduzione dell’inquinamento urbano. Nelle maggiori città oggi si stanno anche adottando autobus a metano e a basso tasso di emissioni. Anche qui è importante fare pressioni sulle amministrazioni pubbliche locali perché il trasporto pubblico sia incentivato e vengano incrementate le linee di bus e le corsie preferenziali.
13) Utilizzare i conti correnti e i pagamenti online
L’utilizzo dell’home banking comporta un enorme risparmio di carta e quindi riduce l’abbattimento degli alberi, oltre a essere senz’altro più comodo.
14) Pannelli isolanti
Isolare i tetti e i pavimenti, come anche porte e infissi, consente un enorme risparmio di energia. Sono previste, fino al 31 dicembre 2007, importanti detrazioni fiscali per i lavori di “riqualificazione energetica” delle abitazioni.
15) Scegliere prodotti certificati per il risparmio energetico
Acquistare prodotti realizzati e certificati per il risparmio di energia è sempre una regola fondamentale. Ad esempio è opportuno scegliere un forno ventilato, evitare il preriscaldamento, quando è possibile, e spegnere il forno in anticipo, sfruttando il perdurare del calore all’interno del forno stesso.
16) Usare stufette ecologiche
Spesso le stufe, a causa di uno scadente isolamento, sprecano calore per riscaldare se stesse. Controllare quindi che funzionino correttamente.
17) Ridurre il consumo di carne
Ridurre il consumo di carne, oltre che giovare alla salute, comporta un beneficio per l’ambiente. I bovini da carne infatti, attraverso le deiezioni, immettono nell’atmosfera enormi quantità di metano e di ossido di azoto, gas serra più inquinanti dell’anidride carbonica. Il ridotto consumo di carne frenerà il continuo aumento degli allevamenti.

18) Non utilizzare i sacchetti di plastica
Per fare la spesa scegliere borse di tela o i vecchi “carrelli” delle nonne. Infatti i sacchetti di plastica inquinano e per produrli si consuma molta energia.
19) Acquistare cibo locale
Preferire sempre alimenti prodotti localmente e di stagione a quelli importati. Il risparmio sarà doppio: si eviterà la produzione di gas serra dovuta al trasporto degli alimenti e i produttori locali non avranno bisogno di incentivi comunitari.
20) Piantare una siepe di bambù
Una siepe di bambù è elegante e, dal momento che ha una crescita rapida, assorbe più CO2 di altri vegetali.
21) Optare per un matrimonio “ecologico”
Spesso gli invitati vengono da lontano, comportando inquinamento da gas serra; gli sposi potrebbero “compensare” con una donazione a un progetto di energia rinnovabile. Inoltre al ricevimento dovrebbero offrire cibi e bevande locali.
22) Vestirsi a strati
Meglio vestirsi leggeri che utilizzare l’aria condizionata. Almeno tenerla al minimo.
23) Spegnere gli elettrodomestici
E’ importante spegnere tutti gli elettrodomestici e gli apparecchi elettrici di casa. Troppo spesso infatti vengono lasciati in stand-by, ossia con la lucina rossa accesa o lampeggiante, continuando quindi a consumare inutilmente corrente. Tra l’altro spegnere completamente tali apparecchi farà risparmiare, secondo una ricerca USA, il 75% dell’energia della casa.
24) Spegnere le luci
Quante volte si lasciano luci accese inutilmente? Ricordarsi di spegnerle sempre quando si esce dalla stanza. Si possono anche adottare sistemi di spegnimento automatico che rilevano con un sensore quando una stanza è vuota da un po’ di tempo.
25) Non sprecare e riciclare la carta
Soprattutto in ufficio si sprecano enormi quantità di carta. Perché non adottare definitivamente gli archivi elettronici e lavorare solo sullo schermo, invece di stampare e ristampare bozze su bozze di ogni documento? Inoltre è opportuno acquistare prodotti in carta riciclata e ricordarsi di operare la raccolta differenziata, gettando la carta negli appositi cassonetti.
26) Scegliere prodotti poco confezionati
I prodotti che consumiamo quotidianamente inquinano molto soprattutto perché avvolti da numerosi involucri di carta e plastica. In questo senso cerchiamo di fare scelte “ecologiche” negli acquisti, in attesa che anche in Italia, come ad esempio avviene in Germania, le aziende riducano le confezioni.
27) Utilizzare fertilizzanti naturali
I fertilizzanti naturali, quali il sangue di bue, il guano o il compost, possono sostituire i concimi chimici anche per le piante da appartamento, riducendo quindi l’emissione di ossidi di azoto nell’aria.
28) Adottiamo il “car sharing”
Per andare al lavoro come al cinema, meglio mettersi d’accordo e utilizzare una sola auto piuttosto cinque. E’ sufficiente “darsi un passaggio” a turno e si sarà fatto un passo importante verso città meno inquinate e trafficate.
Per l’acquisto di auto Euro 4, meno inquinanti, la Finanziaria 2007 prevede incentivazioni.
29) Controllare i pneumatici
Controllare la pressione dei pneumatici è importante perché quando sono sgonfi fanno consumare più carburante.
30) Scegliere i percorsi più brevi
In questo senso il navigatore satellitare può essere d’aiuto. E’ infatti evidente che più si allunga la strada più si brucia carburante, incrementando l’inquinamento.
31) Noleggiare auto ecologiche
Quando si ha necessità di noleggiare un’auto, meglio preferire quelle ad alimentazione ibrida o a biodiesel.
32) Consumare meno e vivere semplicemente
Consumare di meno, vivere semplicemente, condividere di più. Il secolo scorso è stato vissuto all’insegna del consumo sfrenato e sconsiderato di beni e di risorse naturali ed energetiche, senza preoccupazione per l’inquinamento e i danni all’ambiente. Il XXI secolo dovrà invece portare la popolazione mondiale e i governi a vivere con maggiore consapevolezza, rinunciando agli sprechi e rispettando l’ambiente. Non è più una scelta, ora è una necessità, che tuttavia potrà portarci a vivere meglio, a ritrovare un ritmo più umano alle nostre esistenze e a dare a noi stessi un senso più profondo del semplice accumulo di oggetti.
Chi desiderasse approfondimenti, sia di carattere tecnico, sia in relazione alle prove scientifiche che hanno dimostrato la validità delle affermazioni pubblicate, può consultare l’articolo fonte, a cura di Paolo Virtuali, all’indirizzo Internet:
http://www.corriere.it/Speciali/Scienze_e_Tecnologie/2007/38mosse/

Capsule con detersivo concentrato: più costose e più inquinanti


Capsule con detersivo concentrato: più costose e più inquinanti http://www.altroconsumo.it/elettrodomestici/lavatrici/news/capsule-con-detersivo-concentrato-piu-costose-e-piu-inquinanti
Basta inserire le eco-capsule (così vengono definite dagli spot) nel cestello insieme al bucato e far partire la lavatrice. Niente di più semplice, veloce e pratico per ottenere un lavaggio perfetto. Peccato, però, che le eco-capsule siano molto più costose dei normali detersivi liquidi e, in quanto predosate, più inquinanti.

Introdurre una capsula già dosata nel cestello insieme al bucato è un modo veloce e comodo per fare la lavatrice. Stando a quello che dicono gli spot, poi, le eco-capsule consentono di ottenere un bucato perfetto e senza sprechi. Eppure, messe alla prova (abbiamo effettuato le nostre valutazioni sulla base delle dosi indicate dai singoli produttori), i vantaggi di queste capsule si riduco moltissimo.

I nostri dubbi
Il pre-dosaggio non lascia possibilità intermedie. Se il carico di lavatrice fosse molto sporco oppure superiore ai 5-6 kg, una capsula potrebbe non bastare. Al contrario, se fosse inferiore bisognerebbe necessariamente ricorrere a un detersivo tradizionale, in polvere o liquido: una capsula intera, infatti sarebbe sprecata.
L’involucro, poi, si scioglie in acqua per cui bisogna fare attenzione: se si prendono con le mani umide possono rompersi e non sono più utilizzabili. Come gli altri detersivi, meglio conservare le capsule in luoghi asciutti e tenerle lontane dai bambini (il contenuto è irritante). Se è vero che le capsule sono idrosolubili è anche vero che i residui si ritroveranno disciolti in acqua. Anche la confezione è poco amica dell’ambiente: si continua, infatti, a utilizzare un contenitore esterno in plastica al posto di quello in cartone riciclato, decisamente più ecologico.
Abbiamo confrontato il prezzo delle capsule con quello del detersivo liquido della stessa marca (il confronto è stato fatto per prezzo/dose). Le capsule sono dal 5% al 45% più costose dei detergenti liquidi.

Le alternative davvero greenLe eco-ricariche, al contrario delle eco-capsule, sono davvero amiche dell’ambiente. Ma cosa sono? Alcuni produttori forniscono “ricariche” di detersivo liquido in sacchetti di plastica morbidi che vengono travasati nel flacone una volta a casa. In questo modo si evita la vendita di flaconi di plastica superflui e ingombranti e si riduce il peso e la quantità dei rifiuti. 
Anche il detersivo alla spina è un’alternativa ecologica ed economica. Presso appositi distributori, infatti, è possibile scegliere il tipo e la quantità di detersivo desiderate. Il flacone utilizzato è sempre lo stesso con conseguente diminuzione della plastica in circolazione e dei rifiuti. Inoltre il risparmio economico può arrivare fino al 40%.

Il rifiuto di qualcuno deve diventare risorsa per qualcun'altro: ecco l'economia circolare
Lettura su Misura:
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Il modo più intelligente per non aver rifiuti da smaltire è evitare di produrne. 
Il classico ciclo economico produrre, usare e buttare è perverso perché prevede che ci sia un mondo di risorse infinite e che eliminare i rifiuti sia una pratica a basso impatto.
Ma sappiamo bene che non è così. Questo modello è pericoloso per noi e per l’ambiente, oltre a essere economicamente insostenibile sul lungo periodo.
Ma quali sono i passi per arrivare all’obiettivo rifiuti zero?
Prima di tutto bisogna fare la raccolta differenziata. Differenziare i rifiuti è fondamentale, anche se non basta. Comunque ci aiuta a non disperdere e a ‘salvare il salvabile’.
I passaggi chiave sono prevenzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero, compreso il recupero di energia, e smaltimento.
Ma se vogliamo fare dei passi avanti dobbiamo porci degli obiettivi ambiziosi. La Commissione europea ha presentato in dicembre un pacchetto di proposte a favore dell’economia circolare che vanno a modificare le direttive sulla gestione di vari tipi di rifiuti. Il pacchetto era già stato annunciato quest’estate.
Vediamo alcuni punti significativi della proposta per capire come avvicinarci al risultato:
  • aumento al 65% entro il 2030 dell'obiettivo relativo alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti urbani;
  • aumento degli obiettivi relativi alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti di imballaggio e semplificazione dell'insieme degli obiettivi;
  • graduale limitazione al 10% entro il 2030 dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani;
  • maggiore armonizzazione e semplificazione del quadro giuridico in materia di classificazione come "sottoprodotto" e di cessazione della qualifica di rifiuto;
  • nuove misure per promuovere la prevenzione, anche dei rifiuti alimentari, e il riutilizzo;
  • introduzione di condizioni minime per il regime della responsabilità estesa del produttore;
  • introduzione di un sistema di segnalazione preventiva per il controllo della conformità agli obiettivi di riciclaggio;
  • semplificazione e razionalizzazione degli obblighi di comunicazione.
La Commissione pone l’accento anche sul tema della prevenzione: ‘la generazione di rifiuti alimentari nella produzione primaria, nella trasformazione e nella fabbricazione, nella vendita e in altre forme di distribuzione degli alimenti, nei ristoranti e nei servizi di ristorazione, nonché nei nuclei domestici’
Il concetto di economia circolare a cui si ispira l’Europa prevede di trarre il massimo dalle risorse, quindi reimmetetrle nel ciclo produttivo e non conferirle in discarica come rifiuti. Il punto centrale del concetto di economia circolare è la possibilità che essa possa ‘rigenerarsi da sola’.
La Ellen MacArthur Foundation ne dà la seguente definizione: ‘è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera’.
Per arrivare a questo risultato bisogna organizzare un sistema per cui il rifiuto di qualcuno diventi risorsa per qualcun’altra. Questo si contrappone quindi alla ‘vecchia’ economia lineare che segue uno schema che inizia dall’estrazione del materiale per concludersi nello smaltimento in discarica.


INQUINAMENTO OCEANI: NEL 2050 CI SARÀ PIÙ PLASTICA CHE PESCI

Oceano plastica
Inquinamento marino: è ancora allarme plastica negli oceani. Secondo nuove stime, infatti, tra 35 anni gli oceani potrebbero contenere addirittura più bottiglie di plastica che pesci
L’allarme è lanciato da unostudio intitolato “The New Plastics Economy: Rethinking the future of plastics”, realizzato dal World Economic Forum in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation. Le proiezioni non lasciano scampo:entro il 2050 gli oceani accoglieranno più plastica che pesci.
Il bello è che circa il 32% degli oggetti di plastica a livello globale sfugge ai sistemi di raccolta e viene abbandonato in natura. Un mare di spazzatura, insomma, che inonderà la Terra e non darà futuro alle catene alimentari degli oceani di tutto il mondo, che sono già da tempo a rischio crollo a causa delle emissioni di gas serra, della pesca intensiva e dell'inquinamento localizzato.
Già ora, gli oceani contengono oltre 165 milioni di tonnellate di plastica, per cui, se entro il 2025 non verranno attuate strategie efficaci contro l’inquinamento marino, gli oceani conterranno 1,1 tonnellate di plastica ogni 3 tonnellate di pesce fino ad arrivare al sorpasso della plastica sui pesci.
Lo studio ha analizzato il ciclo di vita della plastica scoprendo che ogni anno il 95% del packaging non viene recuperato dopo un primo breve utilizzo. È ovvio e scontato che questo “non” riciclo della plastica porta a perdite economiche, stimate tra gli 80 e i 120 miliardi di dollari all’anno. Ogni anno, almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani.
Cosa fare allora? “Occorre rivoluzionare l’industria della plastica. Il primo passo è modificare l’iter della plastica nelle nostre economie”,sostiene Dominic Waughray del World Economic Forum.
Basti pensare che ad oggi soltanto il 14% degli imballaggi in plastica viene recuperato e avviato al riciclo. Si tratta di una percentuale molto bassa rispetto al tasso di riciclo della carta (a quota 58%) e alla percentuale di recupero di ferro e acciaio, compresa tra il 70 e il 90%
E noi come possiamo contribuire? Non dimenticate mai di eseguire un corretto smaltimento dei rifiuti che producete in casa e ovunque voi siate. Molti dei rifiuti presenti in mare vengono proprio dai tombini e dalle fognature delle città. Limitate il consumo di plastica, prediligendo l’utilizzo di materiali biodegradabili, borse riutilizzabili di stoffa o di carta. Utilizzate sempre gli oggetti riutilizzabili e riciclati, mai gli articoli usa e getta. Se possedete una barca, scegliete di sostenere porti rispettosi dell'ambiente e segnalate eventuali discariche abusive alle autorità competenti. Donate anche parte del vostro tempo alla pulizia di mari e delle spiagge e sensibilizzate i vostri figli e chi ci sta intorno.
Germana Carillo